Sally Rooney, Intermezzo, Einaudi

Mi piace molto Sally Rooney; trovo affascinante il suo modo di esplorare i sentimenti e le relazioni e ammiro il suo stile di scrittura. Tuttavia, ho sempre avuto delle riserve nel vederla acclamata come una scrittrice generazionale, una percezione che la rendeva per me distante. Forse è per questo che ho impiegato tanto tempo a leggerla questa volta. Mi sono dilungata, l’ho preso e ripreso, ho fatto passare due mesi dalla sua uscita promettendo che ne avrei parlato e scritto. Eppure Intermezzo (Einaudi, traduzione di Norman Gobetti) è il suo libro più maturo, il più bello finora secondo me. Quello che ti fa comprendere, attraverso il racconto e le parole, quanto certi eventi nella vita possano travolgerti, a qualsiasi età.

Due fratelli: Peter e Ivan

Protagonisti di Intermezzo sono due fratelli: Peter e Ivan. Peter è un avvocato di successo di 33 anni, bello, amato dalle donne. Ivan di anni ne ha 23 ed è un giocatore di scacchi, sottile e timido, imbranato con le ragazze e nei rapporti in generale. Stanno affrontando un lutto. Il padre è morto, dopo una lunga e sofferta malattia. E per loro questa perdita si manifesta come un movimento sotterraneo, che cresce a poco a poco. È qualcosa di straniante, doloroso, che lascia senza appigli. Qualcosa che fa emergere emozioni profonde, e che li fa vagare alla ricerca di un senso. In questa fase di intermezzo Peter e Ivan annaspano. Cercano di ritrovarsi, si allontanano, mettono in discussione tutto quello che sono stati. Ivan incontra una donna, più grande e separata, che crea incertezza e dubbi negli altri, ma che invece lo rende felice, leggero, consapevole, finalmente adulto.

Mentre Peter cerca l’amore in Sylvia e Naomi. Sylvia è la compagna di quando era ragazzo, ha avuto un gravissimo incidente e per questo lo ha rifiutato come amante ma sono rimasti uniti; Naomi è una ragazza senza casa e con una madre alcolizzata, è la spensieratezza, l’erotismo. Peter le ama entrambe e non sa cosa fare.

Il lutto come catalizzatore

Peter, Ivan, Margaret, Sylvia, Naomi, Christine: ogni personaggio del romanzo porta con sé una fragilità che li mette alla prova, ma la bravura di Sally Rooney è nel ricordarci come queste fragilità ci rendano autentici. Qui è l’intermezzo del lutto a fare da catalizzatore: uno scossone così forte che li smuove dal torpore della quotidianità fatta di riti artificiali, di giri a vuoto, di claustrofobiche certezze. Solo in questo modo alla fine si riesce a spezzare le convenzioni e a provare davvero ad amare, un fratello, una compagna, un’amante, una madre, un cane.

Cosa significa intermezzo nel linguaggio degli scacchi

Intermezzo, nel linguaggio degli scacchi è, secondo quello che ha detto Alessio Boraso, giocatore esperto, a Benedetta Barone su Domani: «una mossa intermedia, inaspettata, che di solito non si prevede e offre all’avversario l’occasione di ribaltare le sorti del gioco». Il romanzo, e non solo la vita, è costruito come una scacchiera dove giocano Peter e Ivan, mentre il flusso di coscienza di entrambi esamina le mosse, le situazioni, le persone, quello che è stato detto e quello che è stato vissuto, il mondo che li circonda.

Citazioni come pedine

L’autrice stessa muove i suoi pezzi lungo il romanzo. Sono citazioni da altri libri di altri scrittori: da Wittgenstein a Shakespeare, da Philip Larkin a Edna St. Vicent Millay, da Wordsworth, Keats fino a Joyce e Bobby Fisher. Messe qui e là dentro al flusso di coscienza, difficili da notare se Sally Rooney non lo avesse scritto nelle note. Mosse inaspettate regalate a noi per ribaltare il senso del romanzo… se vogliamo.

Comunque Buon anno a tutti con una promessa: nel 2025 molti più libri compariranno qui.

Intanto vi lascio con la lista di quelli più attesi che ho scritto per Style Magazine